Tassa, Noma e il muschio

Ieri alle 20.00 circa è stato inviato questo tweet: “@ilGamberoRosso: Salvatore Tassa inarrestabile a @culinaria2012: “noi il Noma lo avevamo già superato da bambini quando cercavamo muschio per il presepe!””.

Lo so che non si fa; che è estrapolato da quello che diceva e quindi monco, imperfetto, storpiato, inutile.

Ma io tutto quello che Tassa diceva non l’ho sentito e mi baso, scioccamente ripeto, su quello che mi è stato dato da leggere via tweetter. E vi dirò di più, a me Tassa sta simpatico e per quello che ho sentito e per quello che ho letto.

E allora, dato che mi sta simpatico, a me una dichiarazione del genere non mi soddisfa. Anzi mi fa pensare.

Pensare che le cose possono essere varie:

  • O il Gambero Rosso ha pubblicato tale dichiarazione estrapolata da tutto il resto per il gusto della polemica, con un senso patriottico e autarchico. Me lo vedo qualche addetto tronfio della sua italianità premere invio orgoglioso. E se è solo polemica senza patriottismo è per accaparrarsi quegli sciocchi che, come me in questo caso, ci si buttano. Io, lo giuro, lo faccio in buona fede.
  • Oppure quel “Salvatore Tassa inarrestabile” mi fa pensare a qualche redattore con un senso dell’ironia pari alla inutile serietà di alcuni personaggi di Lillo e Greg a 610. Gongola della sua acuta pensata quel “mascalzone” di un redattore (sorrisetto). Ma mi pare meno plausibile.

Poi ho provato a metterci davanti e dietro un sacco di possibili parole ma con tutte le possibilità non mi esce nulla di positivo.

Allora può essere successo che Tassa lo abbia detto perché lo pensa.

Io non sono mai stato a mangiare da nessuno dei due, e dio sa quanto vorrei provarli entrambi, ma lui c’è stato? E anche fosse che c’è stato le modalità con cui leggo le sue parole me lo ridipingono davanti con una veste stereotipata.

Ci mancherebbe, io lascio a Tassa la possibilità di indignarsi ma lui non neghi possibilità a chi prova e si arrischia in strade che nessuno aveva mai battuto soltanto perché a lui non sono gradite.

E uso la parola negare non a caso o per pochezza lessicale ma perché dalla sua posizione di maestro della cucina lui è forte e ascoltato, da persone normali come me e dai giovani cuochi che provano ad entrare nelle cucine, e classificare altre esperienze come troppo estreme o infantili – comunque prive di ogni rigore – vuol dire rovinarle agli occhi di molti.

E il rischio è quello di continuare ad usare il muschio solo per far presepi.

Ecco, adesso mi viene in mente cosa ha risposto Tassa: “Lei mi chiede cosa penso delle esperienze gastronomiche estreme che si stanno sviluppando in territori a noi lontani. Vede noi il Noma lo avevamo già superato da bambini quando cercavamo muschio per il presepe! È una frase che a volte può venire in mente ed è venuta in mente anche a me. Ma sia lui che io cerchiamo di usare e dare valore al nostro territorio con due cucine che….”. Bravo Salvatore.

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