Trattato sul buon uso del vino

Questo volume non aggiunge nulla alle nostre conoscenze enologiche, o quanto meno poco.

Ma è divertente così come lo sono gli scritti di Rabelais. Sempre che quello che abbiamo qui sia veramente suo. Ma a lui è stato attribuito e per adesso ce lo facciamo bastare.

Il trattato è brevissimo, delle 192 pagine ne occupa circa 25, ma è sufficiente per gusto e stile.

Lo scritto argomenta e cerca di indurre ai piaceri del bicchiere – se mai ce ne fosse bisogno – ed evidenzia quello che è lo stile del bere nella Francia del sedicesimo secolo.

“Illustrissimi bevitori! nobili gaglioffi! onorevoli cionchi! indagatori di fiaschi! sollevatori di boccali! investigatori di pubi! responsabili della nebbia! discepoli di san Martino! depravati! alzatori di gomito! abbassatori di gomito! assetati e avvinazzati! banchettatori e tracannatori! annaffiatori di gole! pancioni! petomani e funamboli! fratelli carissimi! folli e bulatori! In conclusione ricordatevi ancora una cosa: se volete conservare la vostra vita in salute e freschezza di spirito, dovete rispettare con impegno queste sei cose: Non bevete mai da soli. La società dei bevitori è una casta molto rispettata e la sua parola sonante ha gran valore nei circoli dei gendarmi. E per di più: se cade qualcuno che sia ebbro, essendo pieno di nebbia fino alla gola, l’altro solleverà il suo compagno.

Ebbene: all’alba, alla luce verginale della stella del mattino, la cosa migliore è brindare con Matusalemme; a mezzogiorno con Baldassare; al tramonto, invece, cozzerete i calici con Nabucodonosor.

Bevete solo i vini migliori. Bevete vini forti. Plinio dice che è bene differenziare tra vina imbecilla e valida: e i nullafacenti danno la loro preferenza ai secondi. Evitate nel modo più assoluto invece le acquette e gli svaporati. Evitate la feccia!

Evitate anche la birra. Il poeta Basselin chiama i bevitori di birra piscioni; e fa bene perché quella bevanda è buona soltanto per i fiamminghi e i tedeschi, che non sono di anima nobile. E bere la birra provoca numerose malattie: il Santo Padre Giulio beveva la birra e gli è cresciuta la barba; e ha provocato grande scandalo. Per questo anche Erasmo da Rotterdam dice che la birra è stata data per il sollazzo degli apostati e degli eretici, dato che si tratta di una pena sufficiente per qualsivoglia tipo di delitto. Nel modo più assoluto sforzatevi però di evitare l’acqua; è tra tutti i liquidi il peggiore. Molti poeti e lanzichenecchi sono sfortunatamente periti per colpa dell’acqua. L’ acqua è dannosa in massimo grado per il suo fetore e il contagio della peste; come scrive Aristotele nella sua Storia delle bestie, una volta ad Azia una gran quantità di cavallette ha bevuto dell’acqua e sono tutte cadute stecchite, sterminando con il loro fetore pestilenziale più di ottantamila persone. E i membri della congregazione della Santa Sede sanno bene quello che fanno, quando versano con gli imbuti l’acqua nelle viscere degli eretici: perché gli uomini che bevono acqua hanno sempre qualcosa da nascondere e trattengono dentro di sé cose di cui vergognarsi.”

Trattato sul buon uso del vino
Francois Rabelais
:duepunti edizioni, 2009
ISBN: 9788889987261

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