Provato a cena a gennaio 2013
Avete presente quando avete la sensazione di aver dimenticato qualcosa? A me frullava in testa questa cosa guardando le foto fatte e d’improvviso è arrivata l’illuminazione.
Avevo dimenticato di descrivere questa nuova visita all’osteria Uvaspina.
Dovrò ricostruire, ma vi giuro che anche se i titoli dei piatti non me li ricordo bene, al solito non li ho segnati, ricordo benissimo cena e sapori (quelli appuntati).
Al ritorno da una visita ad amici decidiamo di fermarci a mangiare da Francesca e Donato. Era un poco che non tornavamo e ci faceva piacere vederli e assaggiare le loro cose.
Il periodo però era di seguito alle abbuffate di Natale e capodanno e quindi soltanto due piatti a testa. Quanto basta per stare bene e non sentirsi ingolfati (l’ingolfatura ripeto non è dovuta ai piatti del ristorante ma ai bagordi precedenti).
Vino al bicchiere, qualcosa di semplice e poco strutturato. L’acqua era il bene sommo per i nostri stomaci.
Per iniziare ci offrono dalla cucina del Finocchio gratinato con la saba. Semplice e lasciato consistente in modo da riscaldare la bocca e smorzare l’attesa nel pieno del sabato. Attesa che non è mai eccessiva.
Per antipasto Coda di rospo al curry con crauti e maionese per mia moglie con una cottura ottima per il pesce ed una spezia che accompagna ma non va a assassinare tutti gli altri sapori. Grasso della maionese e acidità che si tengono per mano crauti ad inserire una nota croccante. Molto appagante.
Per me Crema di zucca con gamberi e rognoni. Piatto per palati forti giocato sulla dolcezza degli elementi e sul contrasto tra il pungente – ma non aggressivo – sapore dei rognoni e la sapida potenza dei gamberi. Il contrasto tra tutti e tre gli elementi è interessante, le temperature giuste e le cotture degli elementi solidi precisissime.
Seguono per me dei Cappelletti alle castagne con brodo di manzo e sedano. Anche qui la dolcezza del ripieno gode di una pasta spessa e croccante e dell’untuosità del brodo montato con il burro. Lo stesso brodo è riproposto montato a schiuma sopra mentre si gioca sul contrasto tattile e vegetale con il sedano leggermente saltato in padella.
Mia moglie prende Canederli di aringa in brodo di lingua di vitello. Mia moglie – fortunatamente – apprezza molto tutti gli elementi descritti in carta ma incoccia nel primo vero piatto che non ci è piaciuto delle varie visite. Sono soprattutto i canederli, troppo grandi, e l’aringa al loro interno, che cotta a quel modo non le è piaciuta, a essere stonati. La lingua di suo è molto buona, il brodo pure e anche la verza rossa si rivela utile e adeguata al piatto.
Peccato per quest’ultimo a sciupare una cena, esagerato!, a intaccare una cena che rispecchia adeguatamente, quindi molto buona, i due giovani titolari. Uno dei locali migliori della provincia di Arezzo.
Sorrisi, gentilezza, tempi e modi tutto come per la prima visita.
Osteria “Uvaspina”
chef Francesca Lari
Via Isidoro del Lungo 62/68, 52025 Montevarchi (Arezzo)
055 900194
www.osteriauvaspina.com