Polpette di carne

Se mi chiedessero a quale piatto lego il ricordo della mia infanzia sarei in imbarazzo. Zucchine ripiene, seppie e piselli, zimino, ribollita, la torta di semi che mio nonno preparava per gli uccelli e che avido mangiavo appena sfornata dalla cucina economica, coniglio al vino bianco, polpette di lesso, le polpette da rifare col pomodoro (che non erano uguali), anatra in porchetta, ravioli, tagliatelle al sugo, schiodatine di uccellini, fegatelli, bistecca, salsicce. Insomma tutto quello che usciva dalle mani benedette della nonna paterna.

Gli gnocchi di patate accidenti, come potevo dimenticare quelle fantastiche perle di patate che contenevano così poca farina e nessun uovo che ancora non mi capacito di come facessero (e facciano) a stare insieme, a non sfaldarsi ne quando bollono ne quando si girano col sugo di coniglio.

Ma le polpette da rifare col sugo erano in assoluto quelle che desideravo di più e le ho, scusate il gioco di parole, rifatte.

Al ristorante le polpette sono vietate. O conoscete il cuoco, il proprietario o altri che vi danno garanzia della novità dei prodotti usati o non sono da prendere avendo la caratteristica di essere preparate con carne macinata. E di carne macinata (cotta e cruda) in un ristorante capita che ne avanzi.

Polpette di carne

Dose abbondante per almeno due sere (in modalità senza sugo e con):

  • 500 grammi di macinato passato due volte
  • 200 grammi di mortadella
  • 2 salsicce
  • 3 fette di pane
  • 1 piccolo spicchio d’aglio
  • la scorza grattugiata di mezzo limone
  • mezza cipolla rossa
  • prezzemolo
  • due o tre cucchiai di parmigiano grattugiato
  • un bicchiere di latte intero
  • sale e pepe
  • salsa di pomodoro

Si usano le mani, se vi fa effetto immergere i vostri arti nella carne cruda mi spiace per voi. Cambiate ricetta o compratevi quei guanti in lattice.

Mettere le fette di pane private della crosta a bagno nel latte intero. Impastare la carne macinata con la mortadella tritata finissima al coltello, le due salsicce, l’aglio schiacciato, il prezzemolo tritato, la mezza cipolla rossa tritata finemente (non frullata che rischiate uno sgradevole sapore amaro), la scorza del limone.

Aggiungere il pane bagnato senza strizzarlo troppo ed il parmigiano. Continuare ad impastare strizzando il composto con le mani, come se strizzaste una spugna.

Coprite con la pellicola e mettete in frigorifero per un paio di ore. Fate in modo che la pellicola aderisca all’impasto che così evitate l’ossidazione della carne e quello sgradevole colore grigio.

Formate quindi, sempre con le mani, delle pallottole grandi come una noce. Mettetele in un piatto e di nuovo in frigo un’oretta.

Riprendete le polpette, infarinate eliminando la farina in eccesso e mettetele nella padella unta di poco olio a fuoco medio. Toglietele quando avranno formato una bella crosticina e dentro saranno cotte. A questo punto sono pronte per la prima sera. Accompagnatele con una peperonata o con dell’insalata fresca.

Quelle che avanzano mettetele in frigo per la sera dopo quando metterete a scaldare la salsa di pomodoro (olio con aglio poi pomodoro a restringere e infine basilico, sale e una punta di zucchero per togliere acidità) e vi immergerete le polpette a prendere il sugo.

Non esagerate con il pomodoro. Fate in modo che ce ne sia a sufficienza per fare scarpetta ma che non vi anneghino. Se sbagliate a mettere il pomodoro e ne aggiungete in eccesso non vi disperate. Mettete a bollire l’acqua e cuocete della pasta. Conditeli con il sugo ottenuto e vi sentirete come Lilli e il Vagabondo che amoreggiano mangiando spaghetti e meatballs.

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