La foto l’ha scattata mio figlio, quello grande, ed ho scelto questa perché è decisamente migliore della mia.
Quello è il suo piatto… c’è il petto che lo mangia lui. Ma in questo caso è anche amore paterno, bisogno di proteggerlo dai filamenti che ci sono dentro.
Erano secoli o anche più che non rifacevo nulla alla cacciatora e quando mia madre mi ha chiamato dicendomi che le avevano portato un piccolo fagiano e se lo volevo che le potevo rispondere?
Me lo ha portato pulito e diviso in otto pezzi, abbrustolito per togliere il piumaggio leggero che rimane dopo averlo spennato e per eliminare i cacchioni come diciamo qua.
- 1 piccolo fagiano (o pollo)
- 1 cipolla media
- 1 grossa costa di sedano
- 1 carota media
- 1 confezione di pelati
- 2 belle manciate di funghi secchi
- aceto di vino bianco
- sale e pepe
- 1 grossa noce di burro
- olio extravergine di oliva
- brodo vegetale (per le emergenze)
Tagliare finemente senza ridurre a poltiglia il sedano, la carota e la cipolla e metterle ad imbiondire assieme all’olio e al burro in un’ampia casseruola meglio se di rame.
Lentamente far appassire poi aggiungere il fagiano dalla parte della pelle e far rosolare bene rigirando di quando in quando.
I funghi son ammollati in acqua tiepida.
Quando il volatile è rosolato sfumare con l’aceto e far evaporare. Aggiungere i funghi tagliati grossolanamente.
Aggiungere la loro acqua ben filtrata, i pelati e la risciacquatura del barattolo dei pelati.
Una bella presa di sale o due e pepe di mulinello.
Coprire e lasciar cuocere girando il volatile ogni tanto e mescolando il fondo con un mestolo di legno. Fuoco naturalmente bassissimo. Aggiungere brodo se serve.
È pronto quando si stacca dalle ossa, a quel punto aprire e togliere l’animale lasciando ritirare un po’ il fondo. Che avanzerà e vedrete nella prossima ricetta.
A casa lo abbiamo mangiato con delle patate lessate e schiacciate con olio e sale.
NB: Con la stessa ricetta potete cuocere il pollo