Quando mia madre scoprì che gratinato è buono tutto, come quando è fritto, ne approfittò per gratinare tutto. Appunto.
Mio padre non mangiava e non mangia ne pomodori ne vegetali della famiglia dei cavoli in nessun modo. Usava sempre la scusa che da giovane c’era stato male e non toccava (mi vien così ma mio padre è vivo e vegeto) nulla che contenesse i due elementi.
Non tollerava l’odore del cavolo e per mia nonna era difficile fare la ribollita senza il cavolo nero. C’erano allora due contenitori con due tipologie di ribollite “quella senza” e “quella con”.
Il cavolo nero veniva bollito nella stufa nella capanna del nonno e poi unito al resto, fino ai sedici anni non ho mangiato la bruschetta inzuppata nel brodo del cavolo e coperta di aglio, olio e cavolo nero saltato e per questo sono diventato cattivo.
Il cavolfiore non è che lo ami particolarmente anche se lo amo visceralmente in un paio di ricette che prima o poi dovrò fare. Così come ve lo propongo è molto buono.
- 1 cavolfiore
- 8 o 10 cucchiai di besciamella
- pane grattugiato
- parmigiano grattugiato
- burro
- sale e pepe
Dividere il cavolfiore in cimette e gambo.
Mettete il gambo pulito e tagliato a listarelle non troppo piccole in acqua bollente e salata.
Dopo un paio di minuti aggiungete le cimette e fate sbollentare il tutto per una decina di minuti.
Non di più che altrimenti si spappolano.
Trascorso il tempo scolare tutto e passarlo in acqua fredda. Mettere a scolare su un canovaccio pulito.
Ungere con del burro uno stampo in alluminio, quelli che utilizzereste per fare quattro porzioni di pasta in forno, e disporvi il cavolo salato e pepato adeguatamente. Ricordate che dopo ci va il parmigiano.
Velare con la besciamella e poi con una miscela in pari quantità di parmigiano e pane grattugiato.
Aggiungere fiocchetti di burro e infornare a 200 gradi coprendo con un foglio di alluminio per una decina di minuti e poi togliere la copertura e grill fin quando non sarà tutto gratinato a dovere.