In velocità avevo preparato il mio famoso, tra gli amici (ma non tutti), paté di fegatini ma volevo dare una possibilità diversa ai miei compagni di cena. Ancora ho nella memoria una cena dove uno sformato alle cipolle veniva servito assieme a sugo di crostini neri e ad una salsa indecifrabile dalle note particolarmente aromatiche e dolci.
Nel complesso la cena fu mediocre e anche quel piatto non spiccava particolarmente ma l’idea di prendere la “tradizione” e dissacrarla con qualcosa su cui non si può ridire nulla mi piaceva e mi piace tutt’ora.
Perché quello che adesso è tradizione una volta non lo era e a me, di questi tempi, quelli che vogliono soltanto la tradizione mi stanno sempre più infastidendo.
La ricetta l’ho ritrovata nei miei appunti di gola, foglietti dove le ricette sono appuntate velocemente e generalmente son riprese da internet. Le prime risalgono a più di dieci anni fa. Se qualcuno ne trova l’origine mi dica che citerò la fonte.
- 5 cucchiai di zucchero bianco
- 2 cucchiai di acqua
- mezzo bicchiere di aceto di mele
- 10 albicocche secche
- pepe
- 1 pizzico di curry
Mettere a sciogliere lo zucchero assieme all’acqua. Fuoco basso e non toccate nulla succede che ad un certo punto avrete del caramello.
Facendo attenzione spegnetelo con l’aceto bollente e fate amalgamare il tutto.
Aggiungete le albicocche rinvenute nell’acqua tiepida e tagliate a dadini piccolissimi.
Fate incorporare per qualche minuto poi spegnete il fuoco e aggiungete il pepe e le spezie.
Servite a temperatura ambiente, meglio il giorno dopo.
Si conserva in frigo.