Un’altra Faraona al vinsanto (si us plau)

Quando ero ragazzo, in un breve periodo della mia giovane adultità, provai ad appassionarmi di teatro e a leggere opere di drammaturghi. Mi riuscì e mi riesce; provai anche a fare del teatro ma fui bloccato dalla mia paura e vergogna.

Un autore che mi piacque fu Salvador Espriu, catalano, che tra le varie cose aveva scritto questa versione della Fedra (Una altra Fedra, si us plau) e di questa versione scrissi una lunga e cervellotica recensione che non trovo più persa nei meandri oscuri di qualche computer rotto e gettato decenni fa. Si us plau: per cortesia.

La ricetta della faraona al vinsanto l’ho data anni fa, il 12 marzo del 2012, ed era magnifica giuro anche se non avevo foto. Questa nuova è frutto di improvvisazione e bisogno di continuare la cottura mentre uscivo a prendere il vino. E il forno, generalmente, mi fa meno paura che il fuoco.

Pochi giorni fa a fare la spesa nel bancone della macelleria c’era questa faraona già fatta a pezzi in offerta e in scadenza il giorno dopo. Tre euro e molta felicità.

Un vantaggio notevole di questa ricetta, come dell’altra, è che non richiede grassi aggiunti di tipo suino. È leggera quindi? Fate voi?

Un'altra Faraona al vinsanto

Per questa versione, offerta con successo ai soggetti protagonisti di quest’altro post:

  • 1 faraona fatta in 8 pezzi e pulita
  • 10 scalogni
  • 1 bottiglia di vinsanto semisecco
  • 6 spicchi di aglio
  • 2 rametti di timo
  • 1 limone non trattato
  • sale e pepe
  • olio di oliva extravergine

Accendere il forno a 180 gradi centigradi.

Pestare nel mortaio, o tritare nel tagliere o frullare, aglio e scorza di limone assieme a sale e pepe. Siate generosi.

Fare delle incisioni profonde nei pezzi di faraona e riempirli con il trito spargendo quello che avanza dalla parte dei pezzi non protetti dalla pelle.

In un ampio tegame dotato di coperchio e capace di andare in forno mettere l’olio e far scaldare a fuoco medio.

Quando sarà a temperatura aggiungere la faraona dalla parte della pelle.

Fate rosolare e rigirate – salate e pepate leggermente la pelle –  e quando sarà sigillata da tutte le parti aggiungere il vinsanto e a fuoco alto far sfumare l’alcol. Fate in modo che il vinsanto versato non vada a ricoprire i pezzi e che non lavi quest’ultima salatura dalla pelle.

Aggiungere quindi gli scalogni puliti della buccia esterna e infornare coperto per un paio di ore fin quando non si sarà ritirato e la pelle non avrà raggiunto una bella colorazione.

In ogni caso toccare la carne di quando in quando per sentire se si stacca con facilità dall’osso e per evitare che bruci.

, , , ,
Articolo precedente
Risotto porri e tartufo
Articolo successivo
Fegatini di pollo flambé (come un mojito)

Post correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Compila questo campo
Compila questo campo
Inserisci un indirizzo email valido.
Devi accettare i termini per procedere

Menu