Le fissazioni son problemi, sono d’accordo

La dottoressa Taylor ha ragione. Fotografare cibo in continuazione è un problema, farlo diventare il centro di ogni attenzione, di ogni chiacchiera.

Lo riporta Repubblica nel leggero articolo intitolato Instagram e il cibo, rapporto controverso nel quale si afferma quanto riportato nelle prime due righe.

Quando di punto in bianco si smette di farci gli affari propri e si gode nel mettere online frasi del tipo “C’è il sole” oppure “Oggi ho mal di stomaco” come se tutti si fosse i medici dell’imperatore e si dovesse controllasse la defecazione di ciascuno. Scusate, è spiegato male, non so perché ma mi è venuta in mente la scena de L’ultimo imperatore di Bertolucci. Qualche psicologo ha qualcosa da dirmi? Ecco dover raccontare tutto quello che si fa ad ogni costo non piace nemmeno a me.

Fotografare quello che (non) si mangia o (non) si prepara è un problema (forse), non mangiare è un problema di sicuro sia che si faccia per scelta che per possibilità, rompere le scatole agli altri per quello che mangiano è un problema. Siamo circondati da persone che individuano problemi e come unica soluzione dicono di smettere quello che si sta’ facendo. Mi viene in mente Il Seminatore di Mario Cavatore. Di nuovo qualche psicologo ha da dirmi qualcosa?

Però rompere le scatole su tutto quello che nasce dalla cultura dei social network, trasformare tutto ciò che è nuovo in pericoloso è a sua volta pericoloso. Penso che sia un problema anche quando si cerca di medicalizzare e rendere turbamento della normalità tutto quanto. E pare che medici e psicologi si divertano molto a fare questo.

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