Quando mia madre faceva le paste al salmone era sempre panna e salmone mentre mia suocera le faceva “segatura” e salmone che era come se mangiassimo pasta scondita cotta da una parte e salmone tritato finemente dall’altra.
In questo caso si tratta di spaghetti perché la scelta l’abbiamo lasciata ai bambini. Ma vediamo perché l’ho fatta come vi descriverò.
Tutto è partito dalla riflessione dei possibili abbinamenti del salmone (dei possibili abbinamenti che noi comuni mortali possiamo aver provato in vita nostra) e così ho messo in fila: cipolla, burro, aneto (sostituito col fiore di finocchio), pepe, vodka.
Il risultato lo avete davanti ed è stato, devo essere onesto, di interessante entità.
- 300 grammi di pasta di grano duro
- 150 grammi di salmone affumicato
- 1 cipolla arancione media
- 1 noce di burro
- 1 pizzico di finocchio
- mezzo bicchierino di vodka bianca
- 1 bicchiere di latte
- mezzo cucchiaino di farina 00
- sale e pepe
Sciogliere il burro e farvi appassire la cipolla tritata finemente.
A metà cottura aggiungere il pizzico di finocchio e dopo pochi minuti sfumare con la vodka.
Aggiungere la farina e far perdere il sapore di crudo.
Allungare con il latte e far restringere (se dovesse asciugarsi troppo aggiungere un goccio di acqua). Deve rimanere piuttosto liquido anche quando sarà unito alla pasta e anche quando sarà sul piatto.
Regolare di sale e pepe.
Aggiungere la pasta al dente e far amalgamare.
Spegnere il fuoco ed aggiungere mescolando bene il salmone tritato finemente.
Come vedete dalla foto il fiore di finocchio è proprio un’idea.