La giornata è iniziata con mia madre che chiama e mi dice che è in coda dal pescivendolo e se vogliamo qualcosa da li.
Pensiero veloce e poi le chiedo qualcosa per fare una zuppetta, solo brodo di pesce senza sostanza, poi pane fritto e agliato e null’altro.
Noi facevamo almeno tre ore di auto quando ero piccolo per andare a trovare il fratello di mio nonno che lavorava in ferrovia e abitava al mare. E la zia preparava masse di cacciucco e pesci sopra le patate e poi ettolitri di vinello leggero e ghiacciato.
A me sembravano viaggi lunghissimi ma poi venivo ripagato da quelle zuppe e da enormi grappoli di uva galletta che avevano il pregio di essere dolci e con un unico seme per acino.
Comunque mia madre è arrivata con un cartoccio con un piccolo scorfano e una gallinella un po’ più grande, poi tre o quattro cicale. Ma non è finita qui, mia madre mi fa: “Alfio (nome di fantasia) m’ha dato anche queste” e scartoccia un paio di teste di aragosta sostenendo che una cliente un po’ fighetta le aveva abbandonate dopo essersi fatta pulire due crostacei e che il pescivendolo le aveva donate a lei che era subito dietro.
- 240 grammi di riso
- burro 2 noci
- 1 scorfano piccolo
- 1 gallinella piccola
- 4 o 5 cicale
- 1 o 2 teste di aragosta (facoltative e cambiali con due o tre gamberoni)
- 1 cipolla
- 1 costa di sedano
- 2 spicchi d’aglio
- mezzo bicchiere di vino rosso
- mezza foglia di alloro
- 3 o 4 pomodori ben maturi
- 2 o 3 gambi di prezzemolo
- 4 o 5 cucchiai di olio extravergine di oliva
- sale e pepe
- peperoncino
- zenzero fresco
In un’ampia casseruola scaldare l’olio e mettere a soffriggere la cipolla tagliata ed il sedano, gli spicchi d’aglio schiacciati.
Quando il soffritto perde l’odore chi verdura cruda aggiungere i pesci puliti delle interiora, le cicale e le teste di aragosta tagliate a metà.
Far rosolare e poi aggiungere i pomodori e la foglia di alloro. Sfumare con il vino rosso quando saranno ben rosolati.
Coprire di acqua e far sobbollire per almeno un’ora. Se due meglio.
Passare tutto al passaverdura mettendo da parte le cose più difficili da passare.
Con quel brodo denso portare a cottura il riso tostato nel burro.
A fine cottura aggiungere l’altro burro, o se volete olio, e mantecare.
A questo punto cominciate ad aggiungere di piccante e di zenzero fresco grattugiato.
Fatelo in maniera progressiva assaggiando di quando in quando fino a che non c’è giusto equilibrio tra sapore di mare, piccante e sapore di zenzero.
Ecco Thai perché c’è lo zenzero. Fanno bene a chiamare “all’italiana” tutte le ricette dove c’è pomodoro, origano e aglio. Fanno benissimo