Sugo alla sexy

Ho evitato di scrivere una pagina su Wikipedia per non sconvolgere troppo la storiografia gastronomica nostrana ma, dopo attente analisi e incrociando i dati delle aziende produttrici di latte e di formaggi degli ultimi cinquant’anni, ho scoperto questa cosa che devo dirvi.

A cavallo tra gli anni ’70 e ’80 l’Italia produce in maniera sovrabbondante panna da cucina e una fitta corrispondenza tra Gualtiero Rigamonti (allora presidente dell’A.E.C.I. – Associazione Executive Chef Italiani) e Metello Scancananzi (Allora presidente della F.I.L.P. – Federazione Italica dei Latto-Produttori) dove si analizzava il problema e si chiedeva ai primi di produrre solo ricette contenenti panna dietro lauti compensi.

Se si aggiunge la cinematografia nostrana ricca al periodo di culi e tette sparse per lo schermo con professoresse e studentesse che si baciano con tutta la classe o dottoresse della naja che attizzano il cappellano militare il passo è breve.

Per non dimenticare di aggiungere l’intervento del compianto Ugo Mascetti attore e comico nell’inventare nomi simpatici da attribuire ai vari piatti.

Questo di oggi è il Sugo alla Sexy che si fa con la panna, il sugo avanzato, il prosciutto crudo che inizia a seccarsi e il peperoncino.

Sugo alla sexy

Non vi sono dosi ma solo sensibilità propria di quei bellissimi anni.

  • ragù di carne avanzato
  • prosciutto crudo
  • panna
  • peperoncino
  • olio di oliva

In una padella nella quale dopo salterete la pasta (in questo caso sono pici rotti ma il formato dove muore sono le penne o le mezze penne) mettere un cucchiaio di olio ed il prosciutto crudo tagliato sottilmente.

A fuoco medio farlo diventare ben croccante. Dovete sentire l’odore del prosciutto crudo cotto, del  grasso sciolto e quasi al limite della bruciatura. Fate attenzione.

Aggiungere il peperoncino a piacere negli ultimi secondi.

Unire il ragù e mettendo il fuoco al minimo far prendere calore.

Stemperare con la panna a piacere, tantissima come andava a quei tempi o pochissima come ho messo io giusto per legare e non uscir dalla correttezza da pasticceri che questa ricetta richiede.

Danno il meglio di se il giorno dopo quando con una noce di burro e una padella incandescente farete prendere loro un po’ di crosta.

NOTA: Per essere filologicamente adeguati dovrebbero essere pennette come ho già detto. Io avevo però questa busta di pici confezionati che mi era caduta. Ci stavano bene. Non so se esiste davvero questo sugo, in internet non ne ho trovato traccia. Lo fa un cuoco delle mie parti che stimo molto per il suo essere sfavatissimo verso il suo lavoro ma con grandi capacità di riproporre cibo da modernariato con grande attenzione ai dettagli (oltre che per una carbonara molto buona).

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