A casa mia, che non va inteso con un senso di assoluto possesso di questo luogo che condivido con moglie e figli, nella mia cucina, che invece va inteso come possessivo assoluto e feudale, se si parla di fiori si intende soltanto “fiori di zucca”.
È una distinzione importanti oggi che ci infilano nel piatto prati interi di quelle stupidate di fiori eduli che sono quasi sempre soltanto decorativi e quasi sempre inutili. E noi li a mangiare come capre a brucare queste stupidate “note vegetali…”, “lievi sentori floreali…” e tutti a sbracarsi con queste minchiate.
Da me, da generazioni ormai, i fiori son solo quelli delle zucchine e si mangiano fritti.
Mai nella pasta, ripieni orrore, non in nessun modo ma solo ed esclusivamente fritti. Poi lasciate stare che ci faccio anche la pasta e che ripieni di mozzarella e acciuga mi fanno morire. Lasciatemi la possibilità anche a me di fare il duro e puro qualche volta, l’inflessibile conservatore. Dicevo… solo fritti.
Nell’immagine un moderno fiore fritto alla romana destrutturato con bufala locale e acciughe del supermercato dalla dispensa segreta.
- fiori di zucca
- acqua
- farina
- sale
Fare una pastella abbastanza liquida con acqua, farina e un pizzico di sale.
Togliere il pistillo senza rompere il fiore e passarli velocemente nella pastella.
Gettare nell’olio ben caldo fin quando non saranno croccanti. Ma fate attenzione: se aspettate che la pastella sia colorata rischiate di asciugare troppo i fiori.
Salateli quando sono ben caldi.
Serviti con mozzarella e acciughe a casa nostra piacciono molto.