Quando a casa si faceva la trippa, io giovane ragazzino in tenera età, non mi presentavo a tavola e digiunavo. Ma siamo matti, che schifo mangiare lo stomaco di una mucca!
Poi uno cresce e si ritrova a dover strutturare quell’epica maschile di cui ho già parlato. E questo comporta sacrifici.
Quindi a cena con gli amici, e le amiche, capita che tu debba mangiare qualcosa che alla maggior parte fa senso per far vedere di essere un maschio alfa e poter prendere in giro chi non la mangia. E magari scopri che quello che a casa ti provoca ribrezzo può anche piacerti e lo scopri generalmente con preparazioni mediocri.
Ricordo ancora la prima volta… ah la mia prima volta. Bettola di infima qualità, quelle che ti puoi permettere quando hai vent’anni e non lavori, tavolata da quindici con una divisione netta tra maschi (che parlavano di minchiate o di come cambiare il mondo) e femmine (che son già donne ed escono con te perché siete amici e gli fate tenerezza), qualcuno si azzarda a dire “Ho voglia di prendere la trippa” e allora una massa gli va dietro (me compreso) per non dover sostenere tutta la sera il ruolo dello snob e della femminuccia (si è stupidi davvero a quell’età).
E cavolo se era buona, c’era dentro tutto quello che mancava al locale: pulizia, leggerezza e gusto.
Le interiora sono delicate, accertatevi che il macellaio le abbia pulite per bene. Non che lo faccia il macellaio, non lo fa più, ma accertatevi che usi prodotti ben lavorati. Per 4 persone:
- 800 grammi di trippa
- 2 salsicce
- 1 barattolo di pelati
- 1 cucchiaio di concentrato
- 1 cipolla rossa
- 1 carota
- 1 costa di sedano
- 1 spicchio di aglio
- 2 foglie di alloro
- sale e pepe
- peperoncino (facoltativo)
- 1 arancio (facoltativo)
Tagliare la trippa a striscioline sottili, diciamo circa mezzo centimetro di larghezza per la lunghezza del pezzo (che tanto poi si spezza con la lunga cottura).
Mettetela in un tegame e a fuoco basso e poco olio fatele fare la sua acqua. Ne farà abbastanza.
Recuperate la trippa e gettate l’acqua. Pulite la pentola.
In 3 o 4 cucchiai di olio fate cuocere le salsicce sbriciolandole il più possibile.
Aggiungete il battuto fine fatto con cipolla, carota, sedano e aglio. Aggiungete anche l’alloro.
Fate appassire bene e aggiungete la trippa.
Fatela insaporire per una decina di minuti quindi aggiungete i pelati e la conserva sciolta in poca acqua. Aggiungete sale e pepe e, se volete un pizzico di peperoncino.
Sempre a fuoco basso fate cuocere fin quando la carne non sarà tenera ed il sughetto ben ritirato. Se durante la cottura si asciuga troppo aggiungete acqua calda o brodo vegetale.
Prima di spegnere regolate sale e piccante e, se volete, aggiungete una grattugiata di scorza d’arancio. Mia nonna non lo faceva e neppure mia madre ma secondo me, senza esagerare, ci sta bene.
C’è chi ci mette il parmigiano, a me non piace. Se proprio volete metterlo togliete salsiccia e arancio.
PS: Ci deve essere umido, intingolo, possibilità di finire mezzo chilo di pane con ogni scodella di trippa