Patate duchessa

E chi se le ricordava più? Anche se le avrò mangiate milioni di volte a matrimoni, battesimi, pranzi o cene da persone un poco più grandi di me entravano ed uscivano dal mio cervello con una velocità impressionante.

Eppure, a volte, sono piacevoli da mangiare non tanto come il purè (che gli dei lo proteggano sempre) ma abbastanza.

Nella mia memoria risalgono ad una domenica prima dei miei otto anni (posso dire con certezza) in accompagnamento ad un’arista di maiale cotta ad arrosto morto. Tutta la famiglia a tavola e mia madre esibisce una teglia piena di “cacatine”, secondo il gergo del nonno paterno, simili a quello qui sopra che, vittime della paura di mia madre per i cibi non sufficientemente cotti, erano secchi da morire.

Le ho riproposte ad amici come contorno a della carne di vitella cotta in tegame, quindi con abbondante sugo di cottura. E non erano secchi.

Patate duchessa

  • 500 grammi di patate
  • 2 tuorli d’uovo
  • 70 grammi di burro
  • 60 grammi di Parmigiano Reggiano
  • sale e pepe (meglio bianco)
  • noce moscata (facoltativa)

Lessare le patate non sbucciate partendo da acqua fredda e, quando saranno morbide, scolarle e farle raffreddare.

Pelatele e passatele al passaverdure a buchi piccoli.

Incorporate il formaggio ed il burro fuso ma non caldo.

Per ultimi i due tuorli e regolate di sale. Utilizzate per rendere la crema liscia una spatola vigorosamente mossa.

Inserite in una sac à poche e formate in una teglia imburrata delle montagnole di composto (non utilizzare il termine di mio nonno mi ha messo in crisi).

Infornare a 200° per 10 o 15 minuti, ovvero fino a quando il fuori non sarà leggermente dorato.

Stanno benissimo con qualunque carne e anche col pesce ed hanno la grande dote di prestarsi ad essere la base per molto altro.

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