Cuocere allo spiedo vuol dire mantenere tutti i succulenti umori della carne, farla cuocere sotto i grassi che spennellati sopra o grondanti dagli altri pezzi la mantengono morbida.
Bisogna avere a disposizione una leccarda e raccogliervi gli umori, prelevarli con un qualcosa magari un rametto di rosmarino, un ciuffo di salvia o un pennello apposito e riportare quel sugo sulla carne. Vedere quegli spiedi che girano lentamente, in modo esasperante davanti alla fiamma e alle braci. Ma bisogna essere bravi altrimenti si secca tutto e pazienti.
Ecco il problema, la pazienza è fondamentale e io non ce l’ho. Durante la settimana il lavoro e nei fine settimana, a parte rare eccezioni, l’ultimo momento è il momento in cui si cucina.
In più io non ho fuoco vivo a casa e devo accontentarmi della padella di ghisa. Ma vengono bene ugualmente.
- 1 filetto di maiale
- 2 spicchi di aglio tritati finissimi
- 1 centimetro di zenzero grattugiato
- 1 cucchiaino di zucchero
- 2 cucchiaio di olio di semi
- 1 cucchiaio di salsa di pesce (se l’avete)
- 6 cucchiai di salsa di soia
Tagliare a metà per la lunghezza il filetto di maiale e poi da ogni metà ricavarne tre strisce lunghe quanto tutto il filetto.
Dividere ciascuna striscia a metà questa volta a dimezzarne la lunghezza.
Metterli a marinare assieme a tutti gli altri ingredienti avendo l’accortezza di sciogliere lo zucchero nella soia prima di unire il resto. Lasciarli a marinare per almeno mezz’ora rigirandoli spesso.
Infilarli negli spiedini e cuocerli velocemente in gratella dopo averli ben sgocciolati.
Il fuoco deve essere intenso in modo che si formi la crosticina fuori e che dentro non si asciughi. Pensate che sono strisce abbastanza piccole e quindi non hanno bisogno di troppo tempo.