Ristorante La Bottega del 30 (Villa a Sesta, Siena)

Provato a cena a Giugno 2013

Ecco, questo posto non è soltanto un luogo dove mangiare ma anche uno di quei luoghi dove il viaggio vale quanto la mèta.

Si entra nel Chianti, ogni indicazione stradale è una commovente possibilità. Quando sono passato dall’indicazione di Castell’in Villa mi sono fermato un attimo.

L’anno passato, in questo periodo, tradì mia moglie e mio figlio per andare a cena al Canto, quest’anno mia moglie mi ha detto che dovevo fermarmi a cena in un posto buono dopo averli lasciati al mare. Per consolarmi del distacco, quest’anno più doloroso che mai.

Ho deciso di provare La Bottega del 30, uno di quei ristoranti dove volevo andare da tanto tempo e che per pigrizia avevo sempre lasciato “a domani”. Si esce a Castelnuovo Berardenga e si attraversa seguendo la strada per Gaiole fino a che non vi sentirete persi, poi d’improvviso arriva Villa a Sesta. Entrate nella seconda strada e vi ci troverete davanti.

Col bel tempo si mangia nella piccola corte dove si respira aria rustica e di campagna,  d’inverno non penso ci sia molta differenza e ci piace così.

La cucina nasce dall’incontro italo-francese, sembra un vizio in Toscana, tra Hélène e Franco e da sedici anni mantiene, a ragione, una prestigiosa stella.

Accoglienza ottima e servizio carino, cortese e preparato. Apparecchiatura allo stesso tempo rustica e curata. Anzi più curata che rustica.

Appena seduto una fresca e toscanissima Insalata di farro vicinissima alla panzanella con verdure tagliate molto piccole: peperone, sedano e cipolla. Crostini di pane ad aggiungere  croccantezza ed una nota leggerissima di aceto ad allungare sapori e succulenza.

Un cestino di pane abbastanza stringato ma ogni pane con una sua precisa identità e bontà. Grissini al sesamo intensi, panini alla cipolla delicati e freschi, classica schiacciata con i pomodori e pane toscano necessario per gli intingoli successivi.

A seguire Fiori di zucca con ricotta e tartufo, insalata di ovoli e porcini, zucchine chips di patate e pomodoro candito. Nonostante tutto fosse molto buono forse eliminerei qualcosa (seppur buonissime eliminerei zucchine e patate) e lascerei tutto lo spazio dell’abbondante antipasto al fiore e a quei funghi dolci, profumati e dal sapore persistente. Anche la ricotta è dolce ed il tartufo non uccide.

Poi il Raviolone ripieno di ricotta e spinaci con tuorlo d’uovo, burro fuso e tartufo. Opulento e classico (al San Domenico di Imola è il piatto della casa) forse non bello e nascosto dal tanto burro, dal tanto tartufo e dalla spolverata di parmigiano. Ma buono con quei due minuti di cottura che scaldano tutto e lasciano che il tuorlo si spanda sul piatto al primo colpo di coltello.

Due secondi. Il primo è un Maialino da latte croccante con sedano rapa e spinaci. Io il Sedano rapa non lo amo molto, ma questo stemperato con la cipolla e con un leggero sentore di rosmarino non mi spiace e si sposa bene con la carne cotta perfettamente, succosa e saporita, e dolce anch’essa. Spinaci a regalare il loro tocco metallico ed erbaceo fondo concentrato da intingolo.

A seguire la Quaglia con salsiccia e spinaci, crema di pasta di grano duro, lenticchie e peperoni. Forse il piatto che meno mi ha entusiasmato a causa del, tradizionalissimo, ripieno e della rete di maiale che l’avvolge. Questo nonostante la cottura ottima. Troppo sapore di maiale che copre il delicato sapore del piumato. Il gusto del volatile torna con la coscia libera dall’insaccato ma non dalla rete. La salsa di pasta di grano duro è interessante ma sa troppo di farinata per bambini. Ottime sia le lenticchie che i peperoni.

Prima del dolce un’eccellente, da prenderne almeno due, Sorbetto all’ananas con pepe e radice di zenzero necessario dopo una cena tanto classica e dai gusti morbidi. Rinvigorisce e da senso di rilassamento. Rinfresca tutto il corpo.

I dolci non sono il più adatto per giudicarli ma mi sono parsi molto buoni e curati. Crema bruciata all’anice stellato, cioccolata bianca ai pistacchi, torta di cioccolato (un’esplosione di cacao), anacardi dolci e salati.

La carta dei vini è forse troppo centrata nel territorio ma il bravo sommelier pare segua un criterio più legato alle eccellenze d’annata, saltandone magari qualcuna, che ad una reale profondità della carta. E a me pare cosa buona. Spazio Gaja interessante e, fuori dai confini regionali, poche cose ma interessanti, nulla fuori dai confini nazionali se si fa eccezione qualche champagne. Ottima la selezione di superalcolici. Ricarichi più che onesti.

Per finire un posto dove si gioca poco e si mangia bene a prezzi ragionevoli. Forse si patisce la mancanza di un vero menù e guardando recensioni di altri, e lo stesso sito, pare vi sia una certa costanza nei piatti proposti con poche variazioni.

Ristorante La Bottega del 30
Via S. Caterina 2, 53019 Castelnuovo Berardenga Siena
tel. 0577 359226
www.labottegadel30.it

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