La colazione

La colazione è uno dei momenti più belli, e tristi, dell’intera giornata. Il pasto più importante, dalle mie parti si dice “Colazione da re, pranzo da principi, cena da poveri” (ma guardando in giro per la rete vedo che è un modo di dire comune).

Eppure, almeno da parte mia, una delle più bistrattate. La mattina quando mi alzo o sono già in ritardo o soffro di una certa svogliatezza. Poi soltanto cose dolci perché non riesco a mandare giù altro. Latte freddo di frigo anche d’inverno che bollente non riesce a dare sollievo alla gola secca di un fumatore. Il caffè proprio se è indispensabile altrimenti si prende al bar sotto casa. Un succo di frutta quando mi ricordo ed eventualmente una banana che è veloce da sbucciare e ingurgitare.

Ma mai, dico mai, salato. Nemmeno quando c’è tempo, nemmeno di domenica o sabato. Non un toast, non un uovo, mai nulla che sia salato.

La mia domanda è: perché quando vado in albergo, in Italia o all’estero, riesco a mangiare per colazione ogni cosa mi viene messa sotto gli occhi?

La mia prima volta è stata in interrail nel 1992. Ospiti di una famiglia inglese, che ci aveva offerto un tetto per la notte, al mattino prima della nostra partenza per Thurso ci propose una quantità esagerata di salsicce, uova, formaggio ed altro. Turbati ne mangiammo in abbondanza. Ma quella potrebbe essere stata la fame di giorni di fast food e stenti dettati dalle ristrettezze economiche.

La più epica comprendeva champagne, caviale, salmone, fegato grasso. E altre  prelibatezze preparate in maniera espressa sotto i nostri occhi. La facemmo durare, con grande turbamento dei camerieri, come la cena di nozze della sera precedente.

Ma quella che più mi ha dato soddisfazione è stata fatta in un grande albergo di Hanoi (mi sembra di essere Magnum P.I.). Pesce crudo, ravioli di ogni tipo e una fantastica scodella di brodo (Pho come la chiamano la) con spaghetti, carne, verdura, aglio e peperoncino, germogli  e lime, coriandolo. Il tutto alle 6.30 circa di mattina.

Ma il mio problema rimane. Perché a casa, anche quando c’è tempo, non faccio mai colazioni salate?

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